sabato 30 giugno 2012

Cosa posso dire

Sono le due di notte. E io sono sveglia e incazzata. Sì. Perché ho sonno. Sonno di brutto. Ma il mio corpo non collabora. Anzi. Rema contro, il pezzo di merda. Sono due ore e mezza che faccio avanti e indietro. Sala, camera, sala, camera. Cuffie, libro, pc, cuffie, bicchiere d'acqua, fanculo. Mister Ade se la ronfa che è un piacere. E a me, per un attimo, è venuta voglia di tirargli qualcosa in testa, all'ennesima volta che mi alzavo dal letto, demoralizzata. E me ne tornavo in salotto. E lui dorme. E io no. E lui domani non lavora. E io si. Perfetto. Tutto questo non fa altro che tirarmi su il morale. Che poi, dico. Fossi almeno nelle condizioni fisiche, tenterei di rendere produttiva questa fottuta notte insonne. Che ne so. Potrei passare l'aspirapolvere. Fare una torta. Preparare la spremuta per... quanto manca alla sveglia? Quattro ore e mezza. No. E' troppo presto. Scolarmi un'intera bottiglia di Disaronno e vedere quante sboccate riesco a fare. E di che colore. Scrivere uno dei quattro libri che ho amorevolmente cominciato. Scegliere i nomi per i miei futuri figli dal libro dei nomi. Abbondio, Abele, Abramo, Achille, Adamo, Adolfo, Aimone, Alarico, Alberico, Aldobrando, Aleardo. Va bene la smetto. Che questo libro non vale una cicca. Anzi no. Un attimo. Ho deciso. Fulgenzio. Ok ho finito. Leggere il libro "Ventesimo secolo, i grandi avvenimenti che gli hanno dato un volto". Guardare le foto del nonno. Guardare le foto di quando ero ragazzina e tamarra. Guardare le foto di quando ero bambina e innocente. Giocare a Spider. Giocare a Mahjong. Fare il solletico ai piedi di Mister Ade finché non mi manda affanculo col suo vocione da sonno. Guardare Media Shopping. Giocare ad Assassin's Creed. Cercare su google. Thiago Silva immagini. E sbavare copiosamente per venti minuti abbondanti. Prendere la zanzara che mi ronza intorno da tempo indefinito e chiederle gentilmente di andare a farsi fottere. Scavalcare il cancello del parco e correre a piedi nudi verso la piscina. Facendo attenzione alle anatre. E alle loro feci. Buttarmi in acqua. Fingere di annegare per verificare la presenza di un eventuale guardiano. Buttare l'occhio per vedere se il tizio è sexy. Se lo è gli sorrido e torno a casa (scusa amore non lo faccio più). Altrimenti potrei pensare di farmi inseguire e poi picchiarlo con un ombrellone. Così. Per sfogare le frustrazioni. Mangiare pane e cioccolato. Preparare la cena per i prossimi tre giorni. Maledirmi. Imprecare ad alta voce. Pulire il balcone. Giocare a Monopoli da sola. Provare a svegliare Mister Ade per chiedergli di giocare a Monopoli con me. Schivare il pugno in faccia. Citofonare ai vicini per vedere se c'è qualcuno sveglio che voglia giocare con me. Abbracciare il ventilatore. Doparmi. Buttarmi sul divano, sperando che prima o poi il sonno prenda il sopravvento. Staccarmi da questo cazzo di computer perché per la miseria non ci sto più dentro. Gente. Io lo so che voi dormite. E vi odio, per questo.



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venerdì 29 giugno 2012

L'happy hour

Si sa. Bisogna farlo con le persone giuste. Nel mio caso, con le persone che CREDEVO giuste. Insomma. Avevo appena finito di spiegare a Mister Ade quanto il tizio con cui avremmo condiviso la serata, insieme al Disturbatore, fosse di piacevole compagnia, che questo arriva e fa.
-Oh, allora sei vegetariana?
Con un ghigno di soddisfazione stampato in faccia che voleva dire qualcosa tipo "adesso ti metto con le spalle al muro, ragazzina".
Io, che sono nota per essere una ragazza socievole, educata e per niente incline alla risposta tendente all'acido, ho risposto, sfoggiando un bel sorriso che voleva dire "non ci pensare neanche, cocco".
-Eh, già.
Ora. Voglio fare una premessa. Io non sono il tipo che ha voglia di fare polemica. Nè, tantomeno, mi frega qualcosa di rompere l'anima a chi si mangia, in tutta tranquillità, una bistecca davanti a me. Ci mancherebbe altro. Perciò, una volta capito l'andazzo, ho preso la decisione di lasciare a tizio, che per rispetto della sua privacy chiamerò Santuzzo (mi dispiace. ma se lo merita), la libertà di parlare a vanvera e giocare con me a piacimento. Ed ecco qualche stralcio di conversazione.
Santuzzo:
-Lo sai, vero, che la tua non è una scelta molto sana?
Ade:
-Dici che mi cadranno tutti i denti?
(immaginatemi tranquillamente con un mezzo sorriso ironico)
Santuzzo:
-Peggio. Molto peggio.
Ade:
-Caspita. Allora dovrò rassegnarmi all'idea di morire giovane.
Risate generali.
Santuzzo:
-Ma l'uomo non è nato vegetariano, dai. Siamo carnivori.
Ade:
-È vero. Prova un po' a saltare sulla schiena di una mucca e addentarle il sedere.
Santuzzo:
-E quindi, dimmi, in sostanza cos'è che mangi?
Ade:
-Ti dirò, in sostanza tutto ciò che prima non respirava.
A questo punto è intervenuto Il Disturbatore che ha cominciato ad elencare tutto quello che mangio e a spiegare che anche lui, certi animali non li mangia.
Il Disturbatore:
-Per esempio, io il coniglio non ce la faccio, è troppo carino. E nemmeno il vitello. Però il pollo si, perché è stupido. E anche il maiale, perché da vivo mi fa schifo.
Ade:
-Si perché, dovete sapere, che lui nella sua vita precedente è stato un pollo. E si ricorda perfettamente di quanto fosse stupido.
Risate generali.
Ecco. La serata è andata avanti più o meno così. Con Santuzzo che faceva battutine e io che rispondevo ridendo. Inutile dirvi che la mia stima nei suoi riguardi è improvvisamente calata. Considerando la voglia che aveva di scassarmi le palle. A un certo punto ha cercato di attaccare bottone anche con Mister Ade.
Santuzzo:
-Ma anche tu sei vegetariano? Ma, dì la verità, ti ha traviato lei, eh?
Mister Ade gli ha dato una bella risposta secca e lui non ci ha provato più. Poi c'è stato il momento in cui Il Disturbatore ha affermato che la salsiccia sapeva di sapone. E allora Santuzzo mi ha guardata e mi ha detto.
-Allora la puoi mangiare anche tu!
Ade:
-Che fortunella.
Ed ecco un'altra chicca.
Santuzzo:
-Ma i frutti di mare non li mangi?
Ade:
-No. Sono esseri viventi, sai com'è.
Santuzzo:
-Ma dai. Ma se non hanno neanche gli occhi.
Che pazienza. E poi dicono che i vegetariani sono dei rompicoglioni. Provate un po' a fare i vegetariani per una sera e poi ne riparliamo, per la miseria. Comunque. La cosa più bella della serata è stata quando ho chiesto a Mister Ade.
-Ehi, come mai non hai detto granché, a quello lì?
E lui.
-Povero. Mi faceva pena. Uno sfigato pel di carota precocemente stempiato. Ha già i suoi problemi.
Inutile dirvi perché lo amo alla follia. O no?


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giovedì 28 giugno 2012

Abbelli

Ieri sera vagavo per casa con espressione sofferente. E la motivazione è molto semplice. Ho fatto la figa. Già. Ho portato i nani in piscina e ho pensato. Beh. Se sto all'ombra stai a vedere se mi scotto. Infatti. Mentre mangiavamo comodamente seduti sugli asciugamani mi è scappato l'occhio sul decolléte e. E cazzo ero un peperone. Ho passato le restanti ore della giornata a girare per la piscina sotto un asciugamano bagnato e a spalmarmi tutta con olio di jojoba. Una cretina, insomma. Siccome li ho anche portati leggermente lontano da casa, ho dovuto anche affrontare due metropolitane, al ritorno. Carica di borse, avvolta in una sciarpina messa a mò di scialle, che sembravo non vi dico cosa. Che c'era la gente che mi guardava e mi veniva da chiedere se non avessero mai visto una ragazza un pò rossa. Con i capelli scombinati e gli occhiali da sole fucsia. Dico io. Che poi non avrei nemmeno avuto la forza di litigare. Quindi tanto valeva tacere e andare per la mia strada. Sono arrivata da Mister Ade che quando mi ha vista si è messo a ridere e mi ha chiamata peperoncina. E io l'avrei picchiato. Soprattutto perchè poi ha tentato di abbracciarmi e mi ha fatto un male dell'ostia. Caino. Che poi ha passato tutto il tempo a dirmi che lui me l'aveva detto, di non andare in piscina. Che mi aveva avvisata, di prendere prima un po' di sole sul balcone al tardo pomeriggio. No. Ma vi pare? Io, che non so stare ferma nemmeno cinque minuti, che mi piazzo sul balcone per la tintarella. Non si può fare. Mi scoccio. Ecco tutto. E quindi niente. Mi sono fatta una mega doccia fredda e mi sono rispalmata con olio di jojoba in abbondanza. E alle dieci ero a letto, nuda. Che tentavo di addormentarmi per non pensarci più. Non vi dico poi stamattina. Per trovare dei vestiti che non mi facessero del male fisico, un'agonia. Alla fine ho messo gli swanza e una magliettina morbida e larghina. Poi mi sono avvolta in una sciarpa per andare in scooter. E fanculo mi sono accorta che i miei adorati swanzini hanno uno strappo. E quindi adesso quando arriva Il Disturbatore lo obbligo a cucirli. Che io non sono capace. Che la Patty mi dice sempre "ma che ci vuole"? E io rispondo. "Qualcuno che lo faccia al posto mio". Insomma. Mi sono pure persa il mercato del biologico al paesello mio. Me ne sono ricordata stamattina e mi girano. Cerco di consolarmi convincendomi che sicuramente era una cagata. Ho fame. Devo lavorare. Non ho voglia. Devo cercare un posto per andare in vacanza. Ma è uno sbatti assurdo. Passare mille ore al pc per cercare un campeggio decente e a buon mercato. Che poi ancora non so se dovrò portarmi nano uno e nano due perciò anche volendo non posso ancora prenotare una cippa. Comunque di una cosa mi sono quasi convinta. Tornerò in Toscana. Perchè me ne sono troppo innamorata. Sempre che io riesca a trovare qualcosa, ovvio. E adesso basta. Vado a fare finta che sarà una bella giornata. O giù di lì.



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mercoledì 27 giugno 2012

Plumcake bicolor & acqua e cioccolato




Prima di tutto, devo ringraziare Mammarum per le due ricette. Senza di lei, niente di tutto ciò sarebbe stato possibile. Poi. Devo dirvi che questi due plumcake supersani e supervegani hanno avuto un successone. Se non contiamo il solito commento del Disturbatore sull'utilizzo della farina integrale, mi hanno fatto tutti i complimenti. Inoltre ho gongolato da matti perchè tutti volevano sapere come ho fatto a farli così buoni senza nemmeno un ovetto e un pezzettino di burro. Trallallero e trallallà. Insomma. Se li sono spazzolati, nè? Nemmeno la crostata al cioccolato che aveva portato un altro tizio (presa in pasticceria, tzè.) è finita così in fretta! Ma ecco la mia versione delle due ricette.

PLUMCAKE BICOLOR




Ingredienti:

  • 375 gr di farina integrale
  • 150 gr di zucchero di canna
  • due cucchiaini di malto d'orzo
  • una bustina di lievito
  • due cucchiani abbondanti di amido di mais
  • 300 ml di succo di mela
  • tre cucchiai di olio di girasole
  • cacao amaro
Preparazziòn:

Allora. Mescolate in una ciotola la farina, lo zucchero, l'amido e il lievito. In un'altra ciotola mescolate il succo di mela e l'olio. Unite il tutto, aggiungendo i due cucchiaini di malto. Separate l'impasto in parti uguali e aggiungete ad uno dei due il cacao. Foderate uno stampo da plumcake con carta da forno e metteteci prima un impasto poi l'altro, cercando di non farli amalgamare. Infornate a 180° per 35/40 minuti.

PLUMCAKE ACQUA E CIOCCOLATO
 

Ingredienti:

  • 250 gr di farina integrale
  • 200 ml di acqua
  • 120 gr di zucchero di canna
  • due cucchiaini di amido di mais
  • due cucchiaini di malto d'orzo
  • tre cucchiai di olio di girasole
  • mezza tavoletta di cioccolato fondente
  • una bustina di lievito
Preparaescion:

Stesso procedimento. Unite farina, zucchero, amido e lievito. A parte unite acqua e olio. Mescolate tutto insieme. Aggiungete il malto. Tritate grossolanamente il cioccolato e unitelo all'impasto. Foderate con carta da forno lo stampo da plumcake e infornate a 180° per 30/35 minuti.

Ed ecco le due creazioni all'interno. Fotografate di sgamo e giusto poco prima che svuotassero la teglia.


Le ricette originali le trovate qui e qui. Dateci un occhio. Merita. Parola di Ade. 


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martedì 26 giugno 2012

D'accordo

Ve lo dico. Ho una crisi esistenziale. Lo so che state aspettando che vi parli del mio dannato libro, ma la verità è che non ci riesco. E non ci riesco perché sto aspettando con ansia l'approvazione di Cresta Blu. Il quale, nonostante io abbia provato a contattarlo due volte, non ha mai risposto. Sto seriamente cominciando a pensare che sia morto. Dato che è sempre stato così eccitato all'idea che io volessi fare la scrittrice. Dato che mi ha incitata ad andare avanti, dopo aver letto le prime pagine. Dato che mi dice sempre che mi ha portata spesso come esempio per incoraggiare i suoi colleghi professori, quando si strappavano i capelli pensando ai loro alunni peggiori. Perchè, sì. Io ero una delle sue alunne peggiori. La pazza che poteva sì e no aspettarsi un futuro da criminale. E invece no, lo sapete? Diceva lui. Sta scrivendo un libro, quella matta. Ed è pure brava. Ecco. Io lo so. Sono un'insicura del cazzo. Perchè non sta né in cielo né in terra che io debba aspettare la sua approvazione per convincermi che il mio romanzo non sia una cagata. Eppure è così. Idiota, idiota, idiota. Purtroppo sono cresciuta di fianco a persone che non hanno mai creduto nelle mie capacità. E comincio a pensare che, probabilmente, siano riuscite a fare in modo che credessi di essere un totale fallimento. Visto che non sono in grado di alzare la testa e dire vaffanculo. Io ci credo e mi basta questo. Insomma. Ieri, presa dalla disperazione, ho pensato. Andate tutti a farvi fottere. Io adesso mi stampo 'sto libro e lo spedisco a tutto il mondo. Sia mai che, da qualche parte, ci sia qualcuno disposto a crederci. Anche perchè ho la testa invasa da un milione di altre storie. E non faccio altro che prendere appunti e appunti e appunti. Poi cado in depressione e mi metto a pensare a me, tra dieci anni. E, giuro. Non mi ci vedo qui dentro. A fare quello che faccio ora. Non l'ho mai voluto e mai lo vorrò. Eppure mio padre ci spera e ci ha sempre sperato. E ancora si domanda perchè io non ci metta passione. E io ancora mi domando come possa, un padre, sperare che sua figlia diventi parrucchiera. Quando fin da bambina ti ha fatto capire quali fossero le sue aspirazioni. E poi basta. Mi dico che la devo smettere di incolpare lui e la vita di tutto quanto. Che se ho le palle le cose che voglio me le vado a prendere. Che non ho bisogno di aspettare che qualcuno approvi quello che faccio. Che non ho bisogno di nessuno che mi dia una pacca sulla spalla e mi dica quanto sono brava. Perciò, ecco. Gente. A breve avrete notizie del mio libro. Voi e le duecento case editrici a cui lo manderò. Contenti?

P.S.
Controllo ortografia e grammatica di word:
Culo.
Si consiglia di sostituire la parola selezionata perchè volgare.
Sostituire Culo con:
Deretano
Sedere
Fortuna



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lunedì 25 giugno 2012

Sedani con zucchine arrostite e pomodorini


Io adoro le zucchine. E anche i pomodorini. E anche la pasta. E tutto il cibo possibile. A parte quello che ha avuto dei genitori. Come diceva Oskar del libro "Molto forte, incredibilmente vicino". Quindi niente. Questa è una ricetta facile, semplice, velocissima e buona. E io la pubblico perchè ho le manie di protagonismo. 

Ingredienti per due:

  • 250 gr di sedani
  • tre zucchine
  • una decina di pomodorini
  • mezza cipolla rossa
  • olio d'oliva
  • sale
  • basilico
  • origano
  • peperoncino (avete notato che lo metto ovunque e comunque?)

Preparazione:

Tagliate le zucchine a rondelle sottili. Tagliate i pomodorini in quattro. Occhio ai vermi. No ve lo dico perchè io ne ho trovato uno e da allora vivo nel panico. Tritate la cipolla e soffriggetela nell'olio. Buttateci le zucchine e fate saltare a fuoco medio col coperchio. Devono abbrustolirsi come si deve. Aggiungete il basilico, l'origano, il peperoncino e il sale. Cuocete la pasta. Buttateci dentro le zucchine e i pomodorini a crudo. Pronta. Eh? No dico, eh? Va bene la smetto.

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domenica 24 giugno 2012

Tra Ade & La Zia (Parte 6)

Ok. Questa conversazione è schifosa. Ma eravamo reduci da una nottata di tv sintonizzata su Real Time. Non so se mi spiego.

Zia: Ho una malattia imbarazzante... ho fistola piena di peli nel culo, secondo lei cosa devo fare....
Ade: La ceretta!!
Zia: Dice?? Non devo farmi aprire tre volte come un tacchino prima??
Ade: Ma se ci trova gusto anche si.
Zia: Ma secondo lei si vede che ho una parrucca??
Ade: No sinceramente!
Zia: Bene... Sto partorendo nel lavandino cosa devo fare???
Ade: Chiama Steven!!
Zia: Steeeeeeeeeeeeevvvvvvvvvveeeeeeeeeennnnnnnnnn

Il giorno dopo...

Zia: Oooooo non rispondere..... ooooooo vengo là e ti stacco la testa.... ooooooo
Ade: Uè zia zia dai i numeri?
Zia: E non sapevo che dirti di più romantico.
Ade: Che tenera.
Zia: Love
Zia: Secondo te sono menosa?
Ade: Ovvio.
Zia: Secondo me no.
Ade: Perchè tu non sei obiettiva.
Zia: Troia che fai?
Ade: Giro.
Zia: Schiuma
Ade: No per me poca, grazie.
Zia: Ok buglia.


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sabato 23 giugno 2012

Sedani al ragù di soia

 

Di recente ho letto un articolo su un sito. Diceva più o meno così. Attenzione, vegetariani! La soia uccide! Morirete presto! Sono andata in panico per un paio di giorni. Poi ho deciso che fanculo. Non me ne frega niente. Perchè io amo il mio ragù di soia. E le mie lasagne col ragù di soia. E i miei hamburger di soia. E il mio spezzatino di soia. E le mie cotolette di soia. E. Va bene la smetto. Comunque. Il ragù di soia è un'invenzione adorabile. Credo che se incontrassi il tizio che l'ha inventato (ammesso che sia ancora vivo) lo bacerei in bocca. Sbavando molto perchè penserei al ragù e mi verrebbe fame. Se invece tizio fosse già morto non lo bacerei perchè mi farebbe schifo. Non so voi. Comunque niente vi volevo dire che morirò presto. Perchè consumo molta soia. E quindi ditemi addio. Se volete. 

Ingredienti per tanto ragù:

  • 100 gr di fiocchi di soia disidratati
  • una bottiglia di passata di pomodoro
  • mezzo chilo di sedani
  • mezza cipolla rossa
  • mezzo bicchiere di vino rosso
  • olio d'oliva
  • rosmarino
  • sale
Lo prepariamo così:

Reidratate i fiocchi di soia in acqua tiepida. Tipo che li mettete dentro qualcosa e li fate navigare nell'acqua. Potete farlo anche col brodo ma io preferisco così. Dopo dieci minuti li scolate. Tritate la cipolla e la soffriggete nell'olio. Ci buttate la soia. Sfumate con il vino. Lasciate andare cinque minuti. Aggiungete la passata di pomodoro, il sale e il rosmarino (non esagerate). Coprite e lasciate cuocere per circa un'ora. Personalmente il ragù lo preferisco il giorno dopo. Però mentre cuoce non riesco a resistere e faccio gli assaggini col pane. Cuocete la pasta. Conditela con il sugo e stop. E' buona. Provare per credere.


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venerdì 22 giugno 2012

No, è che

Oggi sono rincoglionita a mille. Ieri sera non stavo mica bene e ho dormito un cazzo. Sono riuscita a prendere sonno non so bene a che ora solo grazie all'I pod e ai miei adorati Switchfoot. Insomma. Tutto questo per dirvi che il post che state per leggere potrebbe non avere molto senso. Sto leggendo "Il birraio di Preston". Di Camilleri. Mi sono prefissata di finirlo entro Domenica, così posso restituirlo alla legittima proprietaria. Una mia cliente simpatica e comunista. Che quando viene in negozio ci raccontiamo le cose bisbigliando così Il Disturbatore non ci sente e non inorridisce. O peggio parte con un monologo infinito e non ce la si cava più. Comunque. Non sono sicura che mi piaccia, il libro. Però sono solo ai primi capitoli perciò ho deciso di dargli un po' di fiducia. Il problema è che quando mi metto a leggere, la sera, dopo due pagine mi si chiudono gli occhi. Che siano le otto o le undici e mezza. E forse questo dovrebbe essere un indizio, no? Perchè in genere quando un libro mi prende posso andare avanti a leggere anche per ventiquattro ore filate. Non so. Forse adesso mi faccio un altro caffè. E niente. Volevo dire che Domenica io e Il Disturbatore andiamo nella casa di campagna della cliente comunista. Perchè qualche settimana fa è mancata la sua mamma (che aveva ben centodue anni) e lei vuole spargere le ceneri nel lago che adorava tanto. Però prima faremo una grigliata. Le ho ricordato che sono vegetariana e lei si è messa a ridere. Non so perchè. Comunque ho deciso di portarmi un pacchetto di patatine che non si sa mai. Mica ho voglia di svenire dalla fame, io. E poi lo sappiamo che sono incline alla pazzia, senza cibo. Poi mi ha chiesto di fare una torta come quella che le ho fatto assaggiare l'ultima volta. Cosa di cui io non ricordo assolutamente nulla. E allora le ho chiesto di ricordarmi com'era, sta torta. E lei mi fa boh. Alle mele, credo. E io. Impossibile. Non faccio torte di mele. MAI. Sono rimasta traumatizzata dall'asilo. Quando quella puttana dell'educatrice, praticamente ogni giorno, mi obbligava a mangiare quella cosa disgustosa che lei chiamava torta di mele. E a me veniva il vomito. E lei restava seduta di fianco a me finchè non la finivo. E i miei genitori non l'hanno mai picchiata. Io lo farei, per mio figlio. Vi pare? Cioè mica si può fare così, coi bambini. No? A parte che nella mia esistenza di fanciulla ho sempre avuto insegnanti che si sedevano vicino a me per obbligarmi a mangiare. Cazzo. Non avevo pace. Infatti col tempo ho dovuto affilare le mie armi. E alle elementari ho imparato a lanciare il cibo sotto al tavolo. O a metterlo in bocca e poi sputarlo nel tovagliolo. Dico io. Mi avessero dato cibo decente. Mi sa che sto divagando. E niente. Devo fare questa torta e non so come farla perchè quando mi si chiede di fare una cosa io vado in panico totale. Quindi ho guardato mille ricette e boh. Vuoto mentale. Cioè devo fare una torta che finirà nello stomaco di circa venticinque persone. E la voglio fare vegan, perchè così me la tiro. Non so. Magari adesso vado a lavorare e la pianto di triturarvi i maroni. Ciao, gente.


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giovedì 21 giugno 2012

Assenza giustificata

No. E' che io sono una sorella fantastica. E volevo passare il mio giorno libero coi nani. L'idea era di portarli in biblioteca per prendere qualche lettura estiva. Così alle nove in punto ero in Cadorna convinta di prendere un treno che mi portasse a destinazione. Ovviamente non è andata così. Perchè ho scoperto che da qualche giorno i treni per casa dei nani da lì non ci passano più. Tipo io guardo il cartellone. Niente treni. Mmm. Scusi, buon uomo. Ma i treni per casa dei nani? Ah no. Da qui non partono più. Deve andare in Bovisa e cambiare. E capirai. Dopo un paio di imprecazioni mi sono avviata verso la fermata dell'autobus. Tempo di attesa: dieci minuti. E attendiamo. Sono salita sul mezzo, mi sono seduta, e dopo due minuti questo si ferma e ci fa scendere tutti. Vado in deposito. Inutile dirvi le bestemmie. Va bene. Ho fatto un paio di telefonate perchè avevo immensamente bisogno di sfogare la mia frustrazione su qualcuno e sono andata a prendere la metro. Alle dieci e mezza sono arrivata. Sudata e incazzata nera. Mi sono fatta un caffè e ho fumato un drummino lungo come la torre di Pisa.
-Tata?
-Non ci sono per altri dieci minuti. Fila.
Alla fine ci siamo messi a giocare a Monopoli. Un'ora per spiegare le regole, tre lunghe ore di partita passate a rispiegare le regole e a dividere i fanciulli quando si azzuffavano.
-Tu hai più soldi di me! Ti odio!
-Tu sei scemo!
-E tu sei stupido!
Alle quattro e mezza siamo usciti. Stavamo camminando verso la biblioteca quando, puf. Un'illuminazione. Ma davvero io sono convinta di prendere in prestito dei libri quando in casa c'è un nano numero tre che distrugge tutto quello che trova? No. Non è un'idea intelligente. Perciò li ho portati al mercatino dell'usato. Nano numero uno girovagava con aria assente. Io gli mettevo in mano un libro, speranzosa. E lui.
-Io non ci capisco niente.
Ottimo. Nano numero due correva e toccava tutto. Poi tornava verso di me con in mano libri dai titoli che non ripeterò.
-Questo? Posso questo?
-Vedere un pò? No. Direi di no.
-Ma...
-Mettilo giù!
Abbiamo comprato nove libri. La maggior parte scelti da me. Anche se nano numero due ogni tanto ci metteva becco e io non riuscivo a dirgli di no. Perchè dentro di me c'era una vocina che mi diceva. Ehi! Ti sta chiedendo un libro! Sta mostrando interesse! Compragli tutto ma proprio tutto quello che vuole! E così è stato. Quando siamo usciti ne voleva ancora. E io gongolavo allegramente.
-Mi compri "I viaggi di Gulliver"?
-Certo. Appena lo trovo te lo prendo.
-E Geronimo Stilton?
-Si, tesoro. Promesso.
Abbiamo anche trovato un libro per bambini di Daniel Pennac. E io ho tentato di spiegar loro quanto fosse bravo questo scrittore. Nano numero uno mi fa.
-Eh? Come hai detto che si chiama? Ah.
Nano numero due mi ha chiesto di fargli leggere tutti i suoi libri. Inutile dirvi che li ho riportati a casa camminando a un metro da terra. Diventeranno degli avidi lettori? Chissà... ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Anzi. Nel mio caso, non muore mai.

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Cous Cous

 

E' che io non avevo mai provato il cous cous. Allora una mia cliente carina carina con cui parlo sempre di cucina perchè lei aveva una gastronomia e sa fare tutto ma proprio tutto me ne ha portato una scatola. E allora l'ho fatto. Ecco come.

Ingredienti per due persone che mangiano tanto:

  • 200 gr di cous cous
  • mezza cipolla rossa
  • tre carote
  • due peperoni gialli
  • tre patate
  • olio d'oliva
  • peperoncino
  • sale
Preparaescion:

Allora. Tagliate a tocchetti tutte le verdure. Tritate la cipolla e fatela soffriggere nell'olio. Aggiungete le verdurine, il sale, il peperoncino, coprite e lasciate che la cottura faccia il suo corso. Ogni tanto mescolate, però. Preparate il cous cous come dice la ricetta sulla scatola. La mia diceva di mescolarlo a freddo con un paio di cucchiai di olio, far bollire poca acqua, buttarcelo dentro e lasciare che la assorba tutta. Poi condirlo con quello che vi pare. E infatti. Ci sbattete dentro la verdurina e lo fate saltare qualche minuto. Pronto. Buono. Io felice. 


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martedì 19 giugno 2012

Faccio fatica

A vedere al di là del recinto. Sarà che sono bassa. Sarà che non si vede un cazzo. È buio. Sono seduta a gambe incrociate sull'erba. Mi tiro su un drummino e fisso il vuoto. Ci sono cose che non sono importanti. Ci sono cose che vedo chiaramente ma non riesco a raggiungere. Ci sono cose che vaffanculo. So che a un certo punto bisogna smetterla di incolpare gli altri per cose successe una vita fa. Anche se alla fine è pur sempre colpa loro. Penso. Adesso la smetto di cazzeggiare e scavalco quel fottuto recinto. Vedo una cosa interessante e mi distraggo. Perdo tempo. Non ce la faccio. Mi fanno male i muscoli. Queste stupide, inutili braccia secche. Rimugino. Ma quanto è passato? Torno indietro. Ho bisogno di allenarmi ancora un po'. Sembra che non sia mai abbastanza. Ma forse è una scusa. Sei capace di concentrarti su una singola cosa? No. È come camminare a zig zag. Così vedo tutto poco per volta. Che forse quello che sta dall'altra parte del recinto, meglio immaginarlo. Che vederlo. E magari non capirlo. Che forse a forza di pensarlo diventa un po' come vuoi tu. Ma tu ci speri ancora? Cazzo, si. E se pensi che sia uno sbaglio, sai. Ti puoi anche fottere. Allegramente, eh?


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lunedì 18 giugno 2012

Uscire in pigiama

E niente. Che stamattina sono seriamente intenzionata a raccontare qualcosa di interessante. Cominciamo. Ieri ho passato la giornata in mutande perché per la miseria si schiattava di caldo. Mister Ade mi ha detto. che palle ma tu o leggi o fai quello stupido giochino al cellulare? Tra parentesi. Io adoro il mio nuovo giochino. Bling bling devo fare file da tre con le gemme colorate. E c'è una voce inquietante che a un certo punto mi dice. Thirty second. E poi alla fine mi dice. Time up! E io lo detesto. Comunque. Ho letto un libro bellissimo. Presto o tardi lo posterò. Abbiamo guardato Mery per sempre e Ragazzi fuori. Poi Mister Ade ha passato il resto della giornata a parlare con accento siciliano e io ho avuto istinti omicidi. Come anche stamattina quando mi ha guardata e mi ha detto. Esci in pigiama? E si è messo a ridere. Notare. Ero vestita. Ma lui disapprova qualsiasi cosa che non sia aderente e scollato. In questo momento sto elaborando un piano di vendetta. Perché nel mio cervello niente e dico niente passa inosservato. Ho fatto un nuovo rosso ai capelli. Mi sono depilata le ascelle. Ho scritto un nuovo capitolo del nuovo libro. Ho iniziato un romanzo sulle note dell'Iphone. Mister Ade mi ha detto che dovrei scrivere un libro per volta. Io gli ho risposto che non posso fermare la mia arte. Lui si è messo a ridere. Dovevo fare i biscotti ma me lo sono scordato. Ho fatto un giro in bici. Ho invidiato le villette degli altri. E adesso vado a lavorare che sicuramente è meglio così. Oggi sono in vena di stronzate. Se ne combino qualcuna poi ve lo dico. Giuro. Vi amo.

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Riso Saltato Verdure & Curry


Io e il curry siamo pappa e ciccia. Giuro. In realtà adoro un pò tutte le spezie ma col curry c'è quel non so che in più che lo rende il mio preferito. Ci sono giorni in cui sono molto tradizionalista. Altri giorni, invece, ho voglia di gustare qualcosa dal sapore vagamente etnico e via di curry. Oltretutto, secondo me, con i peperoni è spettacolare. Ma ecco la ricetta.

Ingredienti per due:

  • Sei pugni di riso parboiled
  • Due peperoni gialli
  • Due manciate abbondanti di piselli surgelati
  • Mezza cipolla
  • Olio d'oliva
  • Sale
  • Un bel cucchiaio di curry
Preparazziòn:

Allora. Tagliate i peperoni a tocchetti. Soffriggete in una padella tipo Wok la cipolla con l'olio. Unite i peperoni e coprite. Fateli saltare a fuoco vivo, girandoli spesso. Nel frattempo fate bollire il riso con i piselli. Aggiungete un pò del curry e un pizzico di sale ai peperoni. Scolate il riso e i piselli e uniteli ai peperoni. Aggiungete altro curry e fate saltare qualche minuto. Ecco fatto. Siete pronti per una perfetta cena speziata.


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venerdì 15 giugno 2012

Qui dentro

Pullula di vita che è una meraviglia. Posso essere felice, triste, arrabbiata, incazzata nera, ubriaca, delirante e tutto quello che voglio. Ma qui, dentro alla mia testa, continuerà sempre a girare un mondo tutto mio. Ed è fantastico. Insomma. C'è tutta questa gente che mi chiama. Sventolando le braccia in alto e urlando cose incomprensibili. Quando non li ascolto, mi insultano. E allora sono costretta a reagire. E litighiamo. Poi ci facciamo una birra e riappacifichiamo. E loro cominciano a raccontare. C'è Gloria, con la sua doppia personalità canterina e una rabbia nascosta nel suo lato più profondo, che non tarderà ad uscire. C'è Veronica, la ventenne problematica. Diciamo mentalmente distorta. C'è Arturo, un bambino speciale. Che è convinto di essere un supereroe. C'è Ilenia, una ragazza in cerca di vendetta. Ci sono Justin e Julia, due tipi davvero molto particolari. Che tireranno su un casino incredibile. C'è Fabio, l'infame. C'è Francesco, l'artista. C'è Leo, l'aspirante ginecologo che spruzza ketchup dalla finestra e beve caffè salato senza batter ciglio. C'è Carlo, l'avvocato ricco e opportunista, che sta per cambiare la sua vita ma ancora non lo sa. C'è Marta, la strafiga che cambierà la vita di qualcun altro. C'è Marco, lo psicopatico. Ci sono Ilaria, Giulia, Adriana, Luca, Andrea e tanti altri. Che faranno parte di qualcosa di importante. O forse no. Poi c'è Chester. Che lecca la sua padrona e le piscia sulla moquette. Convivere con loro non è sempre stato facile. Alcuni si sono conosciuti e hanno combinato un sacco di guai. Altri si devono ancora incontrare, e solo io so cosa combineranno. Tempo fa non riuscivo a sentirli, lo ammetto. Ma ora. Ora li sento forte e chiaro. E li adoro uno per uno. Che siano simpatici, stronzi, cinici, imbecilli, o quant'altro. Perchè? Perchè loro sono me. Solo ed esclusivamente me.

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mercoledì 13 giugno 2012

È il tuo giorno libero

Beeeeello e che fai?
Mah. Pensavo di prepararmi una bella colazione e poi mettermi a scrivere un po'.
Giusto! Ma non accendi la tv? Ti fa compagnia, no?
Si. Buona idea. Brava.
Mmm. Però che noia questa tv. Non c'è niente di interessante.
Hai proprio ragione. Una volta tanto.
Potresti mettere un episodio di Medium, no? Solo uno. Per passare il tempo.
Mmm. Non lo so. Ma si dai. Lo metto.
Brava!
È finito! Uffa! Mettine un altro!
Si dai.
È finito! Uffa!
Ne metto un altro?
Si si si!
È ora di pranzo. Non dovresti mangiare?
Si.
Però ci sono i piatti di ieri da lavare.
Vero. Che palle.
Vabbè metti un altro episodio. Poi ci pensiamo.
Sono le quattro!
Cazzo. Forse è il caso che io lavi i piatti.
Mi sa che è meglio.
Già. Ora lo faccio.
Finito? E ora che fai?
Dovrei scrivere.
Giusto.
Dai ora mi ci metto. Tu stai in silenzio.
Ok.
.......
.......
Hai finito?
No.
Che noia.
Zitta. Mi sto concentrando.
Ok.
.......
.......
Sono le cinque! Non avevi detto che volevi fare un giro in bici?
Si.
Quindi?
Ora vado.
......
......
Beh? Sei ancora in pigiama! Non ti prepari?
Zitta. Che sto facendo il giochino.
Ok.
......
......
Sono le sei! Non dovresti preparare la cena? Tra un pò torna Mister Ade...
Mmm.
Però potremmo guardare un altro episodio.
Si.
Già.
Sono le sette meno un quarto!
Cazzo!

(Conversazione produttiva tra me e l'altra me. Si. Quella che mi porta sulla cattiva strada. Proprio lei)


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martedì 12 giugno 2012

Zumpappà

E niente. Come di consueto sono chiusa in cesso a fumare. Tra poco arriva gente e non ho voglia. Ovvio. Ieri sono andata in posta a pagare una bolletta e (casualmente,eh?) al ritorno sono passata davanti alla libreria. Ci ho riflettuto un po' (cazzata) e sono entrata. Ho girovagato avanti e indietro nel settore novità e ho acchiappato due libri. Si. Solo due. Ma ne avrei presi almeno cinque. E siccome sono una ragazza coerente credo che oggi (casualmente) ci capiterò di nuovo davanti. Insomma. Domenica ho fatto le modifiche e i ritocchi al libro, seguendo i consigli di Patty. Dato che mi sono resa conto di non essere in grado di farvi un riassunto credo che pubblicherò l'incipit. Così la facciamo finita. Però prima devo discuterne con me stessa. Non appena ne avrò il tempo. O, per dirla tutta, non appena quella sciagurata si degnerà di tornare a farmi compagnia. Che di sti tempi non ci sto dentro per niente. Sono leggermente frustrata. Cresta Blu non risponde ai miei messaggi (due. gliene ho mandati due e poi ho pensato che basta. perché se non mi risponde avrà pure i suoi buoni motivi. tipo che è un orso almeno quanto me) e questo significa che per il momento non posso dargli il mio libro. Perciò posso solo stare calma e tranquilla e aspettare. Cosa che so fare benissimo (ennesima cazzata). Ecco. Sono pure rimasta traumatizzata dalla fine definitiva delle Desperate Housewives. Cacchio. E in due settimane ho scritto solo sei pagine del nuovo romanzo. Frustrazione frustrazione frustrazione. E adesso scusate ma devo meditare se prendermi a schiaffi o meno. Son cose importanti. Ma che ve lo dico a fare.


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sabato 9 giugno 2012

Bello. No no ma bello


 

Giovedì è stata una giornatona. Innanzitutto sono andata a vedere il nano numero uno che ballava la tektonic allo spettacolo della scuola ed è stato troppo figo. In realtà lui è troppo figo. Ma io sono di parte. Poi col Disturbatore e Mister Ade siamo andati al Live di Trezzo a sentire i Puddle of Mudd. Io, che sono nota per essere una ragazza di compagnia, durante il tragitto in auto ronfavo che era una meraviglia. Potete immaginare che bel faccino sveglio e attento avessi una volta arrivati a destinazione. Insomma. Delle canzoni che conosco ne hanno fatte giusto tre. Il resto è stato molto chenoiamifannomaleipiedihosonnovogliofumareandiamoacasa. L'acustica poi era uno schifo e, come di consueto, avevo davanti due belle pertiche e non vedevo un cacchio. E purtroppo non avevo con me il Vin Diesel della situazione che mi prendesse in spalla. Comunque sono molto fighi, i Puddle. Bisogna dirlo. Però io sono un pezzo di ghiaccio e, a meno che io non sia fortemente ubriaca, non sono il tipo che si esalta più di tanto. Ovviamente questa regola non sarà valida durante il concerto dei Blink 182. Si. Perchè lì credo che salterò, urlerò, canterò, piangerò e cose così. E sono sicura che Mister Ade si vergognerà di essere con me e andrà a nascondersi in mezzo a qualche gruppetto di punk sconosciuti. Mi girano perchè non ho una macchina fotografica decente e so già che non potrò fare delle foto meravigliose ai miei tre ragazzotti. E mi girano anche perchè vorrei tanto andare a vedere anche i Sum al Rock in Idro ma probabilmente non ci andrò perchè mi rompe spendere tutti quei soldi e poi magari suonano mezz'ora. Comunque. Sono felice perchè oggi finisco di lavorare alle due e posso andare a casina a fare la fancazzista. Ci vuole così poco per mettermi di buon umore. Infondo.

 

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giovedì 7 giugno 2012

Tra Ade & La Zia (parte 5)

Zia: Tu mi snobbi il giorno della nostra festa! Auguri piccola mimosa putrefatta.
Ade: Ah giusto. Auguri caccoletta
Zia: Zia dobbiamo organizzare qualcosa.
Ade: Se vuoi usciamo boh
Zia: Boh
Ade: Eccola.
Zia: Zia tu che vorresti fare.
Ade: La cacca.
Zia: Sei sempre raffinata.
Ade: E' per questo che mi ami.
Zia: E per il sesso sfrenato.
Ade: Ovvio.
Zia: Esci.
Ade: Si capo.

Due giorni dopo...

Ade: Zia ma mangi con me?
Zia: Credo di si why?
Ade: Per sapere.
Zia: Sai che siccome sei una sottona non ti è dato sapere... donna se torno o non torno non sono cazzi che ti riguardano. Buglia.
Ade: Zia per fare da mangiare e poi io sono tuo marito e ho diritto di sapere.
Zia: Sei un cornuto.
Ade: Tu pure.
Zia: Lo so.
Ade: Che vuoi mangiare.
Zia: Sto cazzo.
Ade: Oh rispondimi bene cretina.
Zia: Oh merdaccia ti brucio.

Qualche minuto dopo...

Ade: Cara zia, ti volevo dire che in questo momento hai in casa una bottiglia di latte e un rotolo di scottex in meno. In compenso però hai un frigo pulito e un'amica deficiente.

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martedì 5 giugno 2012

Cupcakes alle carote

 

Salve, gente di blog. Niente. Questo affarino che vedete qui sopra è un cupcake squisitissimo. La cui ricetta proviene da questo blog stupendo di questa ragazza che cucina divinamente. La versione originale (che trovate qui) prevedeva una glassa al formaggio che io non ho fatto perchè sprovvista di formaggio. Però sono buoni anche senza. La particolarità di questi dolcetti è che non contengono burro, latte e uova. Giusto per sfatare il mito che i dolci senza questi ingredienti chissà che schifo (che poi la torta sacher migliore che io abbia mai mangiato l'ho trovata in una gastronomia vegana qui a Milano). Infatti sono morbidissimi e perfetti per la colazione. Comunque. Ecco come li ho fatti.

Ingredienti:

  • 100 gr di olio di semi di girasole
  • 100 ml di acqua
  • 100 gr di carote
  • 150 gr di farina
  • 100 gr di zucchero di canna
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
Preparazione:

Grattuggiate finemente le carote e unitele all'olio e all'acqua. Mescolate il tutto finchè non risulta cremoso e omogeneo. Aggiungete il resto degli ingredienti e continuate a mescolare. Riempite gli stampini per muffin (io li ho in silicone ma sicuramente ve l'ho già detto) per 3/4 della loro capienza e infornate a 180° per 15/20 minuti. Sfornateli e lasciateli raffreddare completamente. Infine, assaggiate :)

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lunedì 4 giugno 2012

Dopo due giorni

Di amore intenso col mio divano, eccomi di nuovo in questo stupido negozio. E piove. E che palle. E sono nevrotica perchè sono quasi in periodo. E i jeans mi stanno più stretti del solito e io mi convinco che non è colpa delle patatine alla paprica e dei crostini alla cipolla. E' colpa del ciclo. Tra qualche giorno tornerà tutto alla normalità. Forse. Comunque nel frattempo io mi sentirò in diritto di inveire contro chiunque e di odiarmi profondamente. Di passare un'ora davanti allo specchio perchè non mi sta bene niente di quello che ho e non so nemmeno precisamente cosa cacchio mi vorrei mettere. Di andare dall'altra parte dell'autobus e lasciare il mio fidanzato infondo, per poterlo guardare in cagnesco con più facilità. Di rispondere male all'edicolante perchè non ha tutte le riviste che mi servono. Di mangiare due brioche una dietro l'altra e poi guardare male chi mi guarda. Di limarmi le unghie invece di pulire i lavelli. Di stare qui a scrivere ste cazzate invece di andare a lavorare. Di fare qualsiasi cosa io abbia voglia di fare e dire qualsiasi cosa io abbia voglia di dire per poi giustificarmi dicendo: "Deve arrivarmi il ciclo". E godermi l'espressione comprensiva misto sgomenta del mio interlocutore. Dovrei aprire il negozio. Ma credo sia ormai chiaro che lo farò quando ne avrò voglia. Pace. Ma pace un cazzo.

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sabato 2 giugno 2012

Spaghetti piccantini


E' la triste verità. A cosa servono BEN DUE GIORNI di festa, se non si ha niente da fare? O meglio. Se non si ha voglia di fare un cacchio? No perché ve lo spiego. E' dalle dieci di stamattina che son davanti alla tv. Due episodi delle Desperate e quarantasette di Dragonball. Tra la sottoscritta e Mister Ade non so chi sia più disgustoso. In un barlume di lucidità ho cercato di convincerlo ad uscire per un gelato. Ma non c'è stato nulla da fare. Comunque. Il mio vero problema è che il cervello non smette mai di lavorare. Anche quando sono in regime di totale nullafacenza la mia mente elabora concetti e mette giù piani su cose da fare. Io mi detesto profondamente. Credo di essere totalmente incapace di rilassarmi. E per questo sono particolarmente incline ad annoiarmi al punto da diventare isterica. Dette le mie stronzate vi passo una ricettina di qualche giorno fa. Che poi devo andare che Goku sta per trasformarsi e non me lo voglio perdere. Le gioie della vita.

Ingredienti x due:
  • 250 gr di spaghetti
  • 2 belle manciate di olive taggiasche
  • 2 patate
  • 6 o 7 pomodorini
  • mezza cipolla
  • olio extravergine d'oliva
  • peperoncino
  • sale
Preparazione:

Tritate la cipolla e fatela soffriggere in una padella con un filo d'olio. Tagliate a cubetti piccolissimi le patate e aggiungetele alla cipolla. Fatele saltare a fuoco medio/alto per 5 o 6 minuti finché non si saranno un po' abbrustolite. Nel frattempo tritate i pomodorini e aggiungeteli alle patate insieme al peperoncino e a un pizzico di sale. Coprite e lasciate andare sempre a fuoco medio per 5 minuti. Aggiungete le olive. Fate saltare il tutto per altri 5 minuti e cuocete gli spaghetti. Conditeli con questo sughetto piccante e buon appetito!

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venerdì 1 giugno 2012

Domani è sabato

Driiin driiin
Ade: Pronto?
Tizio: Buongiorno sono blabla di blablabla posso parlare con un responsabile che si occupi della telefonia?
Ade: In questo momento non c'è
Tizio: Ah e quando lo posso trovare?
Ade (al massimo della sua perfidia): Domani!
Tizio: Domani? Ma domani è Sabato
-Si. Ed è anche festivo.-
Ade: Si, risulta anche a me
Tizio: Eh io domani non ci sono. Devo andare a ballare.
Ade: Oh, mi dispiace. Se vuole posso provare a fare una magia e vedere se riesco a far comparire il responsabile adesso. Così lei domani va a ballare senza pensieri
Tizio: Ride
Ade: Sogghigna (si perché io non rido. io sogghigno)
Tizio: Non può lasciarmi il recapito cellulare del suo titolare?
Ade (sarcastica): Certo! Aspetti eh? Che adesso lo cerco e glielo do sicuramente.
Tizio: Va bene allora facciamo così. Io lunedì vi richiamo e lei nel frattempo dirà al suo titolare che con noi può risparmiare e gli dirá anche che deve accettare un incontro con un nostro consulente.
Ade: Caspita! Deve, addirittura? Allora è una cosa seria
Tizio: Si si! Deve! Perché io so che lei sarà così brava da convincerlo!
Ade: Ha ragione. Io sono bravissima
Tizio: Allora siamo d'accordo
Ade: Ah si. Ci può scommettere!
Tizio: Arrivederci e buon lavoro
Ade: Salve salve. E si diverta in discoteca
Tizio: Ride
Ade: Attacca la cornetta

E in tutto questo immaginatevi Il Disturbatore che mi fissa cercando di capire con chi cazzo sto parlando.


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